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Politica e Green Economy – Intervista alla Sen. Laura Puppato

Sen. Laura Puppato
Sen. Laura Puppato

Veneta, è stata Sindaco di Montebelluna, consigliere regionale e candidata alle primarie per la leadership della coalizione di centro sinistra nel 2012. Al suo primo mandato, è membro della 13° Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali, gruppo PD. Attenta all’ambiente e al risparmio energetico, ha installato nella sua abitazione sia pannelli fotovoltaici che solari recuperando il consumo domestico. Con una stube per integrare il riscaldamento della casa è autosufficiente. “Sono stata promotrice nel mio territorio della raccolta differenziata porta a porta spinta nel 2003 che ha prodotto nella mia città, dove ho svolto la funzione di sindaco, per prima, e poi in un vasto territorio della provincia di Treviso, il superamento della soglia dell’80% di raccolta differenziata.

La mia città e’ stata uno dei 9 enti Italiani per Kyoto nel 2005 e ha vinto numerosi premi nazionali per le politiche ambientali e di virtuosità amministrativa. Nel 2009 abbiamo abbracciato il Patto dei Sindaci e promosso il PAES (Piano d’azione per l’energia sostenibile, ndr). Nel 2007 sono stata indicata da Grillo come miglior sindaco a 5 Stelle d’Italia.”
Secondo la comunità scientifica internazionale impegnata nella ricerca climatica, è “estremamente probabile” (probabilità al 95-100%) che l’attività antropogenica (emissioni di gas-serra, aerosol e cambi di uso del suolo) sia la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo. Come si pone nei confronti di queste considerazioni?
Non nutro dubbi sul fatto che l’attività antropogenica abbia conseguenze rilevanti e catastrofiche sul clima e sull’ambiente. Gli eventi climatici devastanti di questi ultimi giorni, ma sono solo gli ultimi in ordine di tempo, ne sono la dimostrazione concreta.
Nel momento in cui altri due miliardi di esseri umani, cinesi e indiani in particolare, si pongono come obiettivo i livelli di consumo dell’Occidente, non possiamo più eludere il problema dello sfruttamento delle risorse e del corrispondente impatto ambientale.
Il nostro comportamento dissennato non mette in conto il diritto delle generazioni future di abitare in un pianeta ancora vivibile. Paradossalmente ognuno di noi è disposto, individualmente, a togliersi il pane di bocca per il bene dei propri figli, ma collettivamente nessuno è disposto a rinunciare a qualcosa per il bene di tutti e per calibrare un futuro possibile.
Questo stato di cose deve cambiare, sia nei comportamenti dei singoli, che devono prendere coscienza delle proprie responsabilità individuali, sia nelle decisioni dei governanti, non importa se di destra o di sinistra, che devono adottare provvedimenti efficaci e coraggiosi e perfino drastici per ridurre i consumi e salvaguardare l’ambiente.
Il rapporto di settembre 2013 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) prevede un aumento della temperatura media del pianeta tra 4 e 6 °C entro la fine del secolo, con conseguenze catastrofiche per tutte le popolazioni rivierasche. E siccome tale processo potrebbe essere almeno in parte irreversibile, come dimostra la frequenza preoccupante degli episodi meteorologici estremi, dobbiamo pure prepararci ad affrontare eventi sempre più catastrofici ai quali si deve far fronte con una politica intransigente di prevenzione, protezione e riqualificazione del territorio.
Green Economy volano di sviluppo e risorsa per combattere la crisi. Cosa ne pensa?
La Green Economy è stata il cavallo di battaglia della mia campagna elettorale ed è un punto fermo della mia politica. Il mio slogan è: “Centinaia di migliaia di persone possono trovare lavoro nella costruzione di un mondo pulito”.
La questione cruciale non è come far “ripartire” questa economia, ma di quale tipo di economia si vuole parlare. Si deve mettere al primo posto la rivoluzione della Green Economy e della Blue Economy: si deve cioè produrre sprecando meno risorse e prestare vera attenzione alla sostenibilità ambientale, adottando sempre e dovunque il principio guida del riutilizzo intelligente come alternativa al non più tollerabile “usa e getta”. La società dei consumi ha ampiamente dimostrato tutti i propri limiti.
Come fanno il buon padre e la buona madre di famiglia col patrimonio domestico, la Green Economy investe nell’ecosistema e lo protegge, perché esso fornisce tutte le risorse di cui l’uomo ha bisogno per la propria esistenza, e anche la chiave per la soluzione dei problemi. Il ciclo dell’acqua e quello del carbonio sono fattori essenziali per la mitigazione del clima e la fertilità del suolo. L’economia verde riconosce un valore finanziario agli ecosistemi e li immette, come le altre merci, nel mercato.
La sfida vera della Green Economy è di ridurre al minimo l’impronta ecologica indotta dai consumi senza compromettere il benessere dei cittadini.
Energia, mobilità sostenibile e rifiuti. Ambiti importanti attorno ai quali ruotano decisioni e scelte strategiche. Quali le sue proposte?
“L’energia che costa meno è quella che non si consuma”. Non perdo occasione per ribadirlo. Bisogna adottare interventi efficaci nelle case e nelle aziende. Le fonti rinnovabili, fondamentali nel sistema energetico mondiale, svolgono un ruolo centrale nella riduzione dei “gas serra” e creano opportunità di sviluppo economico e nuovi spazi per fare impresa, ma ancor di più può fare il kw zero. Ovvero l’energia che non si consuma grazie all’efficientamento energetico.
In Italia il settore dei trasporti produce un quarto delle emissioni totali di CO2. La mobilità sostenibile deve dare la priorità a sistemi di trasporto a basso impatto ambientale, puntando su logistica e intermodalità per ridurre i volumi di traffico stradale. I Servizi di trasporto integrato (bus, tram, treno, metro) devono essere efficienti ed economici, premessa indispensabile per ottenere un salto di qualità nelle abitudini dei cittadini. Per la vita quotidiana nelle città e nelle aree metropolitane occorre infine realizzare ovunque percorsi pedonali e ciclabili ben segnalati e protetti.
Sul tema rifiuti la parola chiave è “4R” – riduzione, riuso, riciclo e recupero. La raccolta intelligente salvaguarda l’ambiente e genera un consistente tornaconto economico, come è ampiamente confermato dai numeri. Il 90% della carta è ottenuta da materiale riciclato, con grande vantaggio per la forestazione. Per fondere una tonnellata di vetro “usato” si risparmia quasi un barile di petrolio rispetto alla lavorazione della materia prima (silicio). Per produrre alluminio con materiale riciclato basta una quantità di energia 20 volte inferiore a quella impiegata per estrarlo dalla bauxite e risparmi equivalenti si ottengono pure nel riciclo dei materiali ferrosi. I vantaggi immediati sono il minore inquinamento e la riduzione dei consumi energetici. Infine dal compostaggio industriale della frazione organica (il cosiddetto “umido”) si ottiene un fertilizzante naturale che evita il ricorso ai concimi chimici in agricoltura. A conti fatti la raccolta differenziata intensiva riduce drasticamente il volume dei residui non riciclabili, e’assodato che si arriva oltre la soglia ritenuta erroneamente limite, dell’80%. Ovviamente tutto ciò compromette interessi consolidati e spesso illeciti ma i benefici che ne traggono la comunità e l’ambiente sono enormi e devono prevalere.
Uno o più progetti che le stanno particolarmente a cuore e che sta portando avanti nell’ambito della sua azione politica?
In questo momento l’emergenza lavoro è al centro della mia azione politica. Un dramma di proporzioni angoscianti, che colpisce direttamente milioni di famiglie, dai giovani che non trovano lavoro ai non più giovani che lo perdono. L’economia italiana è alle corde da troppo tempo e non riesce a decollare. Il modello novecentesco di produzione industriale è ormai improponibile, il caso ILVA è sotto gli occhi di tutti, occorre fare un salto di qualità, inventare nuovi percorsi di sviluppo, puntare su innovazione ed alta tecnologia da un lato, su agroalimentare e territorio dall’altro. Le risorse intellettuali ed umane non ci mancano, spetta alla politica adottare le decisioni giuste. In questo senso la Green Economy diventa fattore decisivo e non più rinviabile.

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