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Clima ed energia: gli obiettivi Ue entro il 2030

Clima ed energia: gli obiettivi Ue entro il 2030
Clima ed energia: gli obiettivi Ue entro il 2030

Riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) del 40% rispetto al 1990, un obiettivo vincolante a livello UE per portare la quota delle energie rinnovabili almeno al 27%, politiche più ambiziose in materia di efficienza energetica, un nuovo sistema di governance e una serie di nuovi indicatori per assicurare un sistema energetico competitivo e sicuro: questi i pilastri del nuovo quadro UE in materia di clima ed energia per il 2030, presentato il 22 gennaio dalla Commissione europea.
La comunicazione che stabilisce il quadro 2030 è accompagnata da una relazione sui prezzi e i costi dell’energia, che valuta i fattori trainanti e mette a confronto i prezzi dell’UE con quelli dei suoi principali partner commerciali.

I prezzi dell’energia sono notevolmente aumentati in quasi tutti gli Stati membri a partire dal 2008, soprattutto a causa di imposte e tasse, ma anche dei maggiori costi di rete. Il confronto con i partner internazionali evidenzia un aumento dei differenziali di prezzo, in particolare con i prezzi del gas negli USA, che potrebbe minare la competitività dell’Europa, segnatamente per le industrie ad alta intensità energetica. Tuttavia, l’aumento dei prezzi dell’energia può essere parzialmente compensato da politiche energetiche e climatiche efficienti in termini di costi, da mercati energetici competitivi e da misure per migliorare l’efficienza energetica, ad esempio l’utilizzo di prodotti più efficienti sotto il profilo energetico. Potrebbe essere addirittura necessario aumentare gli sforzi per una maggior efficienza energetica da parte dell’industria europea, tenendo presente i limiti fisici, ora che anche i concorrenti fanno altrettanto e che l’industria europea ha deciso di investire all’estero per avvicinarsi ai mercati in espansione. Questi elementi contribuiscono a strutturare il quadro 2030.
Il quadro 2030 si basa sugli attuali obiettivi 2020 del pacchetto «Clima ed energia» nonché su quelli della tabella di marcia della Commissione per l’energia e per un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio per il 2050. La comunicazione su un quadro strategico per il 2030 fa seguito al Libro verde della Commissione del marzo 2013, che ha lanciato un’ampia consultazione pubblica su un ventaglio dei più consoni obiettivi energetici e climatici per il 2030 e sulla loro struttura. I documenti citati rispecchiano l’obiettivo dell’UE di ridurre, entro il 2050, le emissioni di gas serra dell’80-95% rispetto ai livelli del 1990, che rientra negli sforzi necessari da intraprendere da parte dei paesi sviluppati.
La comunicazione che stabilisce il quadro 2030 sarà discussa ai massimi livelli, in particolare in seno al Consiglio europeo e al Parlamento europeo. Il testo sarà accompagnato da una proposta legislativa per una riserva di stabilità del mercato per il sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (UE ETS), da attivare a partire dal 2021. Una relazione sui costi e sui prezzi dell’energia in Europa, pubblicata contemporaneamente alla comunicazione, suggerisce che l’aumento dei prezzi può essere contenuto attuando politiche efficaci sotto il profilo economico, creando mercati energetici competitivi e con una migliore efficienza energetica.
Prossime tappe, si prevede che il quadro 2030 sia preso in considerazione dal Consiglio europeo nella sessione di primavera del 20-21 marzo.
Arrivano i primi commenti. Secondo assoRinnovabili, che pur esprime un giudizio favorevole per quanto riguarda l’obiettivo del 40% di riduzione delle emissioni e per la scelta di imporre un target vincolante sulle rinnovabili anche per il 2030, è inadeguato l’obiettivo del 27% per le rinnovabili – che si traduce nel 45% per le
rinnovabili elettriche – e considera un grave errore la mancata declinazione di singoli obiettivi nazionali. Vi è il rischio concreto, si legge in una nota, di un forte rallentamento della crescita registrata negli ultimi anni in Italia e in Europa.
“La Comunicazione segna una battuta d’arresto nella definizione di obiettivi realmente sfidanti che erano alla base delle scelte di molti investitori – afferma il presidente Re Rebaudengo – , mettendo a repentaglio gli importanti risultati ottenuti in termini di occupazione (oltre 130.000 gli addetti nelle sole rinnovabili elettriche) e di incremento dell’indipendenza energetica.”
assoRinnovabili auspica che nella complessa fase di negoziazione con Consiglio e Parlamento europei che si apre ora si possa raggiungere un accordo più ambizioso, che preveda almeno il 35% di consumi da fonti rinnovabili al 2030, il 55% per le rinnovabili elettriche e una precisa ripartizione di quote vincolanti per ciascuno Stato Membro.

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