“Beixi Moshuo – Behemoth” del regista cinese Zhao Liang si è aggiudicato il Green Drop Award 2015, il premio organizzato da Green Cross Italia che viene assegnato al film che meglio abbia interpretato i valori della sostenibilità ambientale tra quelli in concorso alla 72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
A decretarlo è stata la giuria presieduta da Remo Girone e composta da Sebastiano Somma, Francesca Inaudi, Paola Comin e Lucia Grenna, responsabile della campagna Connect4Climate di World Bank.
LA MOTIVAZIONE DELLA GIURIA – “In bilico fra poesia e riflessione metafisica, il film si rivela un documentario di denuncia sullo sviluppo insostenibile della Cina e delle società industrializzate”, ha commentato la giuria del Green Drop Award, motivando la sua scelta. “Gli uomini, le donne, l’ambiente, la natura sono rappresentati come sacrificio in nome di un progresso che, con un colpo di scena finale, si rivela inesistente. Nel viaggio dantesco simulato dal regista cinese non c’è salvezza, ma insegnamento morale, un monito per gli spettatori di ogni latitudine del globo”.
DANTE ISPIRATORE – “Behemoth” porta sullo schermo le ceneri e il frastuono causati dalle attività minerarie in Mongolia, ovvero l’inferno in terra. Le miniere sono veri e propri gironi danteschi in cui sono intrappolati uomini e donne che giorno e notte lavorano senza sosta respirando polvere di carbone. Quello che li aspetta, dopo una vita passata a riempire e svuotare infinite code di autocarri che trasportano i minerali di ferro e di carbone alla fonderia, è il purgatorio dell’ospedale. Ma il paradiso sembra non esistere affatto: i materiali estratti dalle miniere vengono infatti utilizzati per costruire “città fantasma”, risultato dell’esplosione del settore immobiliare creato dal cieco sviluppo in Cina. Per descrivere tutto questo il regista si affida principalmente alle immagini: nessuna intervista ai minatori, i loro volti e le loro mani sono in grado di raccontare senza bisogno di aggiungere parole.
“Nella Divina Commedia, Dante attraversa in sogno l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. In Behemoth mi sono ispirato a Dante e ho descritto un’enorme catena industriale, in cui i colori rosso, grigio e blu rappresentano rispettivamente i tre regni danteschi”, ha spiegato Zhao Liang. “Attraverso lo sguardo contemplativo del film, analizzo le condizioni di vita dei lavoratori e l’insensato sviluppo urbano. È la mia meditazione critica sulla civiltà moderna, in cui si accumula ricchezza mentre l’uomo perisce”.
“Credo che tutti dovremmo fermarci a riflettere dopo la visione di questo film, che non parla solo della Cina ma di tutti noi. Di come il lavoro e la produzione industriale non siano il fine ma il mezzo”, ha commentato Marco Gisotti, Direttore del Green Drop Award. “Probabilmente ‘Behemoth’ è il film più politico di tutta la Mostra di quest’anno”.
“L’edizione di quest’anno del Green Drop Award è stata per noi la più impegnativa”, ha detto Elio Pacilio, Presidente di Green Cross Italia. “Fra circa 90 giorni da oggi si svolgeranno infatti i negoziati sul clima alla Conferenza internazionale delle parti a Parigi. Da Venezia attraverso il cinema vogliamo lanciare un appello affinché questi negoziati vadano a buon fine. Il futuro dell’umanità dipende anche da questo e il cinema con i suoi artisti e i suoi spettatori può fare molto”.
Il Green Drop Award, premio istituito da Green Cross Italia, onlus internazionale fondata da Mikhail Gorbaciov, è giunto alla sua quarta edizione. I vincitori: nel 2012 “La quinta stagione” di Peter Brosens e Jessica Woodworth, nel 2013 “Ana Arabia” di Amos Gitai e nel 2014 “The postman’s white nights” di Andrei Konchalovsky. I presidenti delle tre passate edizioni sono stati Ermanno Olmi, Mimmo Calopresti e Silvia Scola.
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